TRAMA:
Stephen Frears (Leicester 1941) è un regista britannico.
Dopo varie esperienze televisive esordisce al cinema nel 1972 con "Sequestro pericoloso" ma è nel 1985 che ottiene successo di critica e pubblico con My Beautiful laundrette.
Hollywood lo chiama per girare Le relazioni pericolose (I989) con John Malkovich e Glenn Close.
Unamicizia impossibile, una favola di altri tempi, Vittoria e Abdul riscrive l'attualità per dimostrare che lo straniero non è (sempre) una minaccia.
Stephen Frears affronta il problema dellintegrazione con la potenza di una storia vera.
La finzione cinematografica incontra lusurato ispirato a fatti realmente accaduti: la verosimiglianza è servita con alcune licenze poetiche che emozionano fin dalle prime sequenze.
Lironia, inglese e non solo, diverte e aggiunge un pizzico di magia a una narrazione dal sapore orientale.
LInghilterra colonialista deve piegarsi davanti ad un uomo di colore, che si veste in modo bizzarro: un indiano alla corte della regina.
Siamo a fine Ottocento, e lindipendenza dellIndia è ancora lontana.
Arriverà solo nel l917.
Ad Agra, uno scrivano che tiene i registri dei prigionieri sta per far tremare la Gran Bretagna intera.
Si chiama Abdul e, grazie alla sua bella presenza, viene mandato al cospetto della Regina Vittoria per consegnarle una prestigiosa moneta cerimoniale.
Nella prima parte la macchina da presa segue stupita le scoperte del giovane Abdul che, con occhi ingenui, osserva la follia delle cucine prima di un grande banchetto.
Le dinamiche di palazzo scatenano risate genuine, fino al fatidico incontro.
Vittoria conosce Abdul.
Nasce un legame casto, intenso, osteggiato dai benpensanti e da chi guarda con sospetto al nuovo secolo che incombe.
Frears aggiunge un altro grande personaggio femminile alla sua già sterminata collezione di personalità illustri.
Qui Vittoria è una regina giunta alla fine suoi anni, è una donna anziana che ha bisogno di aiuto per scendere dal letto e che si addormenta a tavola.
Il figlio aspetta la sua dipartita per salire al trono, e lei rimane sola, imprigionata negli incubi dell'età.
A interpretare Vittoria è una leonessa senza tempo: una sempreverde Judi Dench carica di autoironia, anche quando rappresenta la massima autorità nel Castello di Windsor.
Aveva già lavorato con Frears in Philomena, nei panni di una madre alla disperata rincorsa del suo passato.
In Vittoria e Abdul, Judi Dench torna ad avere la corona sul capo dopo La mia regina di John Madden, ambientato nel 1860, in un altro periodo dell'esistenza di Vittoria.
È un cerchio che si chiude.
Vittoria e Abdul combatte il classismo con la forza della Storia, che continua a ripetersi.
Non cambia Iatteggiamento dei potenti verso l'uomo comune, troppe volte pover e indifeso.