Tre ragazzini indiani sono sul punto di entrare in riformatorio quando un giovane uomo arriva al commissariato e comincia a raccontare ai ragazzini la storia della sua vita. Aja è stato un bambino poverissimo a Mumbai e ha imparato tutti i trucchi per ingannare il prossimo, nella doppia veste di illusionista e di ladruncolo. Il sogno di sua madre era andare a Parigi, il suo quello di entrare in un negozio dell'Ikea e vedere con i propri occhi la mobilia fantastica i cui nomi impronunciabili ha imparato dal catalogo. Finalmente Aja riesce a mettere insieme le due cose e nel negozio Ikea di Parigi incontra anche una bella ragazza americana della quale si innamora a prima vista.
Aja non ha un soldo e decide di trascorrere la notte nascosto in un armadio. Peccato che, nottetempo, l'armadio venga prelevato e trasportato, con Aja dentro, verso l'Inghilterra.
È l'inizio del rocambolesco viaggio di un eroe per caso, protagonista del romanzo "L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea" dello scrittore francese Romain Puértolas (che ha un piccolo cammeo nel film), diventato un best seller in Francia. E anche il film che il regista franco-canadese Ken Scott (già autore del divertente Starbuck - 533 figli e non saperlo nonché del remake hollywoodiano dello stesso titolo) ha tratto da quella avventura picaresca è già stato venduto in molti Paesi, perché ha il potenziale commerciale di The Millionaire e la struttura da family movie della quale il mercato internazionale ha un gran bisogno.
La produzione mette insieme Francia, India e Belgio, con una piccola partecipazione esecutiva italiana, poiché il film saltella fra Mumbai e Parigi, Roma e Calais, la Libia e la Spagna, in un viaggio coloratissimo che ricorda le peripezie narrate da Jules Verne (c'è anche una mongolfiera, come ne "Il giro del mondo in 80 giorni"). Anche il cast è multietnico, dalla star indiana Dhanaush, che è anche performer, cantante, produttore e, come si vede nel film, eccellente prestigiatore; alla franco-argentina Berenice Bejo, all'americana Erin Moriarty, al somalo Barkhad Abdi; all'italiano Stefano Cassetti. Questa composizione variegata assume particolare importanza quando ci si rende conto che uno dei temi principali della storia è l'emigrazione forzata di un'umanità in transito semplicemente perché nata nel posto sbagliato.
Aja viene sballottato per caso (e per karma) attraverso il mondo, e lungo la via incontra migliaia di profughi nella sua stessa condizione: ma mentre lui si autodefinisce "un turista" gli altri sono in fuga da un destino segnato, che Aja condivide perché è povero e di pelle scura, a dispetto della fervida immaginazione che lo fa sentire ricco di possibilità. La metafora gioiosa del suo percorso non dimentica di evidenziare che non tutti hanno la sua fortuna o la sua capacità di trasformare le tragedie in successi.
L'incredibile viaggio del fachiro tracima allegria e voglia di sognare e parla a un pubblico di tutte le età, senza sconfinare nel sentimentalismo o nel pauperismo di altre coproduzioni India-Europa. Ci sono la musica, le camicie di seta colorata e l'occasionale balletto bollywoodiano, c'è la dimensione di favola, ma anche un montaggio veloce che elimina i tempi morti e un'ironia leggera che sfugge al pietismo. "C'è qualcosa di vero in questa storia?" "Solo le cose importanti", come dice il fachiro.
MAR 09-10-2018 | 16:00 - 20:00 |
MER 10-10-2018 | 18:00 - 21:00 |
GIO 11-10-2018 | 20:30 |
Biglietto Intero | € 6.50 |
Biglietto Ridotto | € 5.00 |
Tessera Jolly 8 ingressi | € 36.00 |
Tre ragazzini indiani sono sul punto di entrare in riformatorio quando un giovane uomo arriva al commissariato e comincia a raccontare ai ragazzini la storia della sua vita. Aja è stato un bambino poverissimo a Mumbai e ha imparato tutti i trucchi per ingannare il prossimo, nella doppia veste di illusionista e di ladruncolo. Il sogno di sua madre era andare a Parigi, il suo quello di entrare in un negozio dell'Ikea e vedere con i propri occhi la mobilia fantastica i cui nomi impronunciabili ha imparato dal catalogo. Finalmente Aja riesce a mettere insieme le due cose e nel negozio Ikea di Parigi incontra anche una bella ragazza americana della quale si innamora a prima vista.
Aja non ha un soldo e decide di trascorrere la notte nascosto in un armadio. Peccato che, nottetempo, l'armadio venga prelevato e trasportato, con Aja dentro, verso l'Inghilterra.
È l'inizio del rocambolesco viaggio di un eroe per caso, protagonista del romanzo "L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea" dello scrittore francese Romain Puértolas (che ha un piccolo cammeo nel film), diventato un best seller in Francia. E anche il film che il regista franco-canadese Ken Scott (già autore del divertente Starbuck - 533 figli e non saperlo nonché del remake hollywoodiano dello stesso titolo) ha tratto da quella avventura picaresca è già stato venduto in molti Paesi, perché ha il potenziale commerciale di The Millionaire e la struttura da family movie della quale il mercato internazionale ha un gran bisogno.
La produzione mette insieme Francia, India e Belgio, con una piccola partecipazione esecutiva italiana, poiché il film saltella fra Mumbai e Parigi, Roma e Calais, la Libia e la Spagna, in un viaggio coloratissimo che ricorda le peripezie narrate da Jules Verne (c'è anche una mongolfiera, come ne "Il giro del mondo in 80 giorni"). Anche il cast è multietnico, dalla star indiana Dhanaush, che è anche performer, cantante, produttore e, come si vede nel film, eccellente prestigiatore; alla franco-argentina Berenice Bejo, all'americana Erin Moriarty, al somalo Barkhad Abdi; all'italiano Stefano Cassetti. Questa composizione variegata assume particolare importanza quando ci si rende conto che uno dei temi principali della storia è l'emigrazione forzata di un'umanità in transito semplicemente perché nata nel posto sbagliato.
Aja viene sballottato per caso (e per karma) attraverso il mondo, e lungo la via incontra migliaia di profughi nella sua stessa condizione: ma mentre lui si autodefinisce "un turista" gli altri sono in fuga da un destino segnato, che Aja condivide perché è povero e di pelle scura, a dispetto della fervida immaginazione che lo fa sentire ricco di possibilità. La metafora gioiosa del suo percorso non dimentica di evidenziare che non tutti hanno la sua fortuna o la sua capacità di trasformare le tragedie in successi.
L'incredibile viaggio del fachiro tracima allegria e voglia di sognare e parla a un pubblico di tutte le età, senza sconfinare nel sentimentalismo o nel pauperismo di altre coproduzioni India-Europa. Ci sono la musica, le camicie di seta colorata e l'occasionale balletto bollywoodiano, c'è la dimensione di favola, ma anche un montaggio veloce che elimina i tempi morti e un'ironia leggera che sfugge al pietismo. "C'è qualcosa di vero in questa storia?" "Solo le cose importanti", come dice il fachiro.