TRAMA:
Per il suo sessantesimo compleanno Ettore Ranieri riunisce intorno a sé la sua famiglia allargata, che comprende la compagna Margherita, incinta di sette mesi, i due figli di primo letto Claudio con fidanzata vegana al seguito, Tea e Giulio, più Achille, il fratello di Margherita. L'idea è quella di trascorrere il compleanno lontani dalla civiltà, presso una baita di montagna del Trentino. E poiché Ettore è un saggista impegnato in una battaglia contro la Rete e in favore dell'universo analogico, pensa bene di interrompere la connessione Internet gettando tutti i suoi famigliari "Internet addicted" nel panico totale. Ognuno di loro ha infatti la sua brava ossessione da coltivare con l'aiuto delle alte tecnologie - Achille le auto d'epoca, Giulio il poker online, persino Stella, la figlia della domestica russa Olga, il rapper Fedez.
Nel gruppo dunque esplodono i conflitti fino a quel momento arginati dal rapporto esclusivo che ciascuno intratteneva con il proprio device.
Sconnessi racconta un isolamento forzato come espediente utile a far coesistere nello stesso spazio vitale una famiglia composta da individui che non si parlano (quasi) più. Il problema è che la vicinanza coatta non è foriera di dialoghi più approfonditi, o di un contatto umano più sincero. E laddove Perfetti sconosciuti faceva leva sui cellulari per stanare segreti e bugie, in Sconnessi l'assenza delle connessioni virtuali non si traduce in un'exposé davvero rivelatore della natura dei personaggi.
Anche perché l'attenzione degli sceneggiatori (Christian Marazziti, regista del film, Michela Andreozzi, Massimiliano Vado in collaborazione con Fabrizio Nardi e Gianluca Tocci) sembra molto più attenta a confezionare battute a raffica e arguti calembour che a sviluppare dinamiche relazionali con un minimo di autenticità e di pathos, pur nel contesto di commedia. Il risultato è che Sconnessi non decolla mai, rimanendo una collezione di vignette slegate che potrebbero funzionare in una web serie, ma non costituiscono un lungometraggio cinematografico.
Nel cast si distinguono Ricky Memphis e Stefano Fresi, proprio perché riescono a caratterizzare bene i loro personaggi al di là delle gag loro assegnate inserendo quel tanto di genuina alienazione esistenziale che doveva essere la caratteristica di ognuno dei ruoli in commedia. E Antonia Liskova, nei panni della domestica Olga che ci viene presentata come una sorta di Frau Blucher, è l'unico personaggio che riesce a raggiungere gradualmente un il suo spessore, rinunciando alla facile macchietta per lasciar filtrare dietro la maschera le proprie emozioni.
Per contro Giulia Elettra Gorietti può fare ben poco per riscattare le contraddizioni e le incoerenze del personaggio di Tea, a tratti idealista alternativa, a tratti borgatara, a tratti ancora cinica speculatrice, caratteristiche che fanno a schiaffi l'una contro l'altra, e con le quali resta impossibile identificarsi.