TRAMA:
Yassine è un ragazzo marocchino che studia architettura a Parigi. Il giorno dell'esame decisivo non sente la sveglia e arriva troppo tardi. Costretto a rientrare in patria, ricorre all'unico modo possibile per ottenere la cittadinanza francese: il matrimonio... con il suo migliore amico.
Anche la Francia vanta fenomeni analoghi al cinepanettone italico: dopo i fasti di Babysitting, il gruppo comico "bande à fifi" domina il botteghino con rivisitazioni grottesche dell'attualità e dei costumi odierni. Questa volta a farne le spese è il matrimonio gay, trasformato in espediente comico perché contratto per interesse tra due eterosessuali.
Era forse inevitabile in questo particolare periodo storico che Sposami, stupido! suscitasse polemiche feroci presso la comunità LGBT, ma quella del regista Tarek Boudali non sembra una provocazione a bella posta.
La naiveté di Boudali sembra sincera, quasi una scheggia di anni 90, epoca in cui impazzava la voglia di politicamente scorretto e il cinema dei fratelli Farrelly sdoganava il peggior umorismo da caserma. Un mondo in cui gli omosessuali si vestono davvero come i Village People e portano a spasso un cagnetto. Senza dimenticare l'oggettistica fetish d'ordinanza, nascosta nell'armadio o in una apposita borsa. Nei 92 minuti di film i gay rimangono un'accozzaglia di stereotipi, senza che Boudali sia neppure sfiorato dall'idea di approfondire l'indagine e sfatare i cliché. Ma un trattamento analogo riceveranno i parenti marocchini di Yassine, ingenui al di là del bene e del male, ossessionati dalle tradizioni e interessati esclusivamente a curcuma e matrimoni. Come negli aspetti più sfacciatamente beceri del primissimo Checco Zalone, ma senza la consapevolezza e la sagacia di quest'ultimo.
Nonostante ciò e nonostante l'ispirazione farrelliana si faccia sempre più ingombrante - la sceneggiatura si rivela in sostanza come un incrocio di Tutti pazzi per Mary e Amore a prima svista - qualche gag funziona. In particolare la scena del ponte, che diverrà leit motiv grazie alla sua diffusione virale (e diegetica) su Youtube. Funziona molto peggio l'anima da romcom, guidata da meccaniche artificiose, troppo evidenti. Sposami stupido! regala la manciata di risate spensierate attese, ma solo a patto di abbassare al minimo la soglia di tolleranza verso rudi semplificazioni e consunti déjà vu comici.